top of page
  • Immagine del redattoredillocomevuoi

La Carità, la Speranza, la Giustizia

Aggiornamento: 28 mag 2018



La Carità, 122x135, bassorilievo in gesso a forma persa.

Il bassorilievo in gesso, appartenente al periodo della maturità dell’artista, fu scolpito da Canova nel 1793 come dono di riconoscenza nei confronti di Abbondio Rezzonico, nipote di papa Clemente XIII, per aver commissionato il monumento funebre del suo illustre parente. L’opera, che fa parte assieme alla Speranza di un primo nucleo di opere ispirate alla classicità, fu dapprima collocata al pian terreno di Villa Rezzonico a Bassano del Grappa. In origine sarebbe dovuta essere collocata sul monumento funebre stesso, ma probabilmente parve inopportuno all’artista sottolineare la giustizia di papa Rezzonico mentre si trovava sotto il pontificato di Pio VI, che aveva adottato politiche ben diverse da quelle del predecessore. La Carità è rappresentata seduta vestita semplicemente con un peplo greco e acconciata come l’Afrodite di Cnido. Il gesto delle mani incrociate sul petto congiunge al contempo l’iconografia cristiana e il modello classico dell’Afrodite pudica. L’opportunità della donazione al committente consente a Canova di svolgere un’accurata selezione artistica delle opere dandogli spunti di riflessione sulla propria produzione.

Niccolò E. Cairella


La Speranza, 123x131, bassorilievo in gesso a forma persa

La Speranza è un bassorilievo realizzato con gesso a forma persa. Si trova alle Gallerie d’Italia a Milano. La storia di quest’opera inizia nel 1793 nella basilica vaticana. Essa era stata realizzata per il monumento commemorativo di Clemente XIII. Il committente di quest’opera è il nipote del pontefice, Abbondio Rezzonico che ricevette in dono nello stesso anno un nucleo di calchi tra cui la Speranza e la Carità collocate nel salone di Villa Rezzonico a Bassano del Grappa.

In questa scultura possiamo vedere un rimando all'Allegoria della Giustizia e della Carità con le quali condivide una severa compostezza. Analogamente alle due virtù teologali è effigiata come una giovane donna di profilo, seduta su un blocco e coi caratteristici attributi dell’ancora e il serto floreale ed un ampio peplo con velo.

L’ancora marina, riveste un ruolo fondamentale nell’arte della navigazione. Fin dall’antichità era considerata  un simbolo di salvezza. Successivamente anche il Cristianesimo adottò l’ancora marina come simbolo, soprattutto nell’accezione di speranza per la vita futura. A questo proposito, lo stesso Sant’ Ambrogio scriveva: “Come l’ancora gettata in mare protegge la nave dall’essere trascinata via e la tiene salda nella sua posizione, così la speranza tiene salda e rinforza la fede".


Margherita Bologna IV F




,

Nel 1793 si inaugurava nella basilica vaticana il monumento commemorativo di papa Clemente XIII, opera dello scultore di origine veneta Antonio Canova (1757-1822) realizzata dal 1784 al 1792. Per riconoscenza dell'autore, il committente e nipote del pontefice, Abbondio Rezzonico, ricevette in dono nello stesso anno un primo nucleo di calchi: la Speranza e la Carità, collocati nel salone terreno di villa Rezzonico a Bassano del Grappa.

Nel 1794 sarà la volta di questo modello della Giustizia sempre per la tomba papale.

La tecnica di realizzazione utilizzata è quella della “forma persa”, grazie alla quale da un calco, derivato dai vari prototipi, è possibile ricavare un unico esemplare: ciò permette all’artista di poter intervenire sul gesso, conferendo ad esso un connotato di unicità.

La Carità è effigiata seduta su una sella plicatilis dall'elegante ornamentazione.

Giovane donna di profilo, indossa un peplo con una piccola fibula circolare; l'acconciatura dei capelli riprende il modello dell'Afrodite di Cnido, mentre il gesto delle mani incrociate sul petto congiunge l’iconografia cristiana e modello classico dell'Afrodite pudica.

La bilancia significa equilibrio ed equità, che è compito della Giustizia conservare o ristabilire.

La spada, invece, forza e potere che la Giustizia deve avere per imporre e far rispettare i propri giudizi.

L'opera è degna della maturità di Canova alla quale appartiene: il modellato semplice e severo, la grazia con cui la bilancia è trasformata da attributo caratteristico e elemento di equilibrio spaziale, l'assorta nobiltà ellenizzante del volto trovano singolare equilibrio col dimesso, quasi ironico pragmatismo spaziale delle interruzioni alla seconda cornice in gesso per contenere l'immagine.

L’opera ostituisce un importantissimo momento di riflessione canoviana sulla propria arte: la formula della donazione al committente permise infatti all'artista una raffinata selezione qualitativa e iconografica di opere accomunate dalla scelta materica.

Chiara Solarino IV C

16 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
  • Facebook - Black Circle
  • Instagram - Black Circle
bottom of page