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Morte di Priamo

Aggiornamento: 29 mag 2018




Quest'opera viene realizzata da Antonio Canova tra il 1787 e il 1792 in gesso, che in questo caso viene utilizzato in sostituzione al marmo. Il bassorilievo, infatti, doveva essere posizionato in alto ed era per questo necessario utilizzare un materiale più leggero del marmo. Per la realizzazione Canova utilizzò una tecnica per la quale bisognava distruggere la matrice in terracotta, una tecnica complessa e molto lunga ma dal risultato unico e inimitabile. L’obiettivo dell’artista era quello di rinunciare di fatto alla narrazione eliminando ogni elemento ornamentale e dedicandosi alla resa asciutta dell’accadimento con l’intento di riprodurre lo spirito dell’arte classica da cui Canova fa derivare la sua arte. Viene rappresentata una scena dedicata a raccontare un episodio dell’epica classica: Canova fu particolarmente influenzato dalle traduzioni omeriche di Cesarotti, questo episodio è l’unico tratto dall’Eneide ma resta comunque collegato alle vicende narrate da Omero nell’Iliade.


"E così dicendo lo trascinò tremante proprio sugli altari ed Incespicante sul molto sangue del figlio, e gli afferrò con la sinistra la chioma, e con la destra sollevò la spada lucente e gliela immerse nel fianco fino all’elsa. Questa è la fine del destino di Priamo, questa uscita lo portò via per la sorte, lui che vede Troia incendiata e la Rocca di Pergamo abbattuta, un tempo sovrano dell’Asia orgoglioso per tanti popoli eterni. Giace sulla spiaggia un grande tronco e la testa tagliata dalle spalle e un corpo senza nome"


Vediamo qui il momento immediatamente precedente all’uccisione di Priamo da parte di Pirro, le pose dei due personaggi sono decisamente plastiche in particolare quella di Pirro, questi gesti carichi fanno emergere la drammaticità delle scena. Le donne che troviamo nella parte più bassa dell’opera da una parte cercano di dissuadere l’assassino dall’altro invece si disperano, all’interno di questo gruppo troviamo una donna con le braccia alzate verso il cielo e con il capo all’indietro , per questa figura è evidente l’influsso di Giotto ne “Il compianto del cristo morto” e sarà anche ripresa da Picasso nell’opera “Guernica".


Emma Monzeglio IV B

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