Quest’opera autografa di Giovanni Migliara risale al quinquennio tra il 1821 e il 1825. È un olio su tela che ha per soggetto, come testimoniato da un cospicuo nucleo di disegni preparatori per l’opera, la vicenda romanzesca della duchessa La Valliére, concubina di Luigi XIV, rifugiatasi nel monastero parigino di Chaillot per sfuggire ai malevoli pettegolezzi della corte francese. Si narra che da qui, per ordine del sovrano, fu ricondotta alla reggia dal primo ministro Colbert, episodio che precedette la decisione definitiva della duchessa di ritirarsi in un monastero carmelitano, dove concluse la sua vita.
La vicenda permetteva una rievocazione romanzesca del fatto storico sul modello della pittura francese di gusto troubadour, intermedia tra pittura di ispirazione medievale e pittura di genere, che ha per soggetto eventi tratti dalla vita quotidiana, come mercati, interni, feste.
La giovanile esperienza teatrale di Migliara contribuisce alla ricostruzione della scena, negli studi preparatori ambientata in uno spazio fra esedre e perimetro murario della basilica di San Lorenzo a Milano, qui sostituito da un interno più austero ma congeniale al racconto, caratterizzato da motivi architettonici lombardi, dall’inserzione dello scalone e del magistrale arco di ingresso sul fondo. Proprio grazie a questa variazione l’apparizione improvvisa del sovrano diventa un autentico colpo di scena: emerge sullo sfondo il profilo in controluce di Luigi XIV, che in questa versione del racconto si reca personalmente al convento, costringendo La Vallière a cercare rifugio tra le suore. Il soggetto aveva ispirato i travestimenti di molte feste in costume milanesi, ma ottenne una notevole diffusione, anche a livello popolare, con le rappresentazioni teatrali di un dramma ripetutamente replicato tra il 1820 e il 1827.
Alexandra Visan IV E